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Lo shopping... che rottura

Quante volte avrete letto il solito articolo della diversa percezione dello shopping tra uomo e donna? Tutte quelle storie tra l'uomo cacciatore, la donna cercatrice, il tempo limite di sopportazione, eccetera.

Sarà. La cosa buffa è che io e il Cicci siamo completamente all'opposto. Posso dimostrarvi, una volta fornita di lista preparata e di quella spettacolosa invenzione che si chiama salvatempo (ovvero, il lettore di codice a barre portatile da passare sui prodotti e da consegnare alla cassa del supermercato), di essere in grado di fare la spesa per una settimana e tre persone in meno di trenta minuti. La mia inerzia a cambiare marca e la mia intolleranza allo sfarfallio delle luci al neon starate - di cui i supermercati sono inondati - fanno il resto.

Al contrario il Cicci non è umanamente in grado di scavarsela in meno di un'ora e mezza, fila alla cassa esclusa, foss'anche per comprare un'aranciata e un pacco di biscotti. Il che provoca il mio rapido peggioramento d'umore che prima di mezza giornata non se ne va. Altroché uomo-cacciatore, il Cicci dopo un po' viene volente o nolente tramutato in uomo-palla-antistress.

Ok, dirà qualcuno, ma di solito gli articoli di cui sopra si applicano allo shopping "puro", quello fatto per divertimento.

Posto che chi come me ha uno stipendio part-time e un appartamento in affitto a Bologna ha ben poco di residuo con cui divertirsi, le categorie merceologiche dello lo shopping classico non rientrano per niente nel genere in cui a volte sperpero allegramente quei due euro che mi rimangono.

Vestiti e scarpe? La ricerca è lunga ma non per colpa mia, e sono la prima a rompermi le palle: trovare una taglia 50 di pantalone e 41 di scarpa da donna è un'impresa, altroché shopping. Non parliamo di Leo che viaggia sulla 60 e scassa (non preciso quanto di scassa perché la prima cifra da sola lo rende già abbastanza depresso). È ovvio che la volta che trovo un paio di pantaloni che mi piacciono e di cui c'è la mia taglia ne acquisto tre paia: prima che ricapiti l'occasione faccio in tempo a ridurli a brandelli per l'uso.

Borse? Gli unici tre requisiti devono essere: 1) comoda 2) contenere una carpetta in formato A4 e 3) impermeabile. Ovviamente non se ne trova una che li abbia tutti e tre contemporanemente.

Trucchi, profumi? Truccata sembro un travestito, di profumi basta e avanza mia madre che ne usa uno che più che avvolgere in una delicata fragranza stende direttamente con una tozza al mento: Opium.

Ninnoli, oggetti per la casa? E 'ndo li metto? Attaccati al soffitto?

Devo essere onesta, però: ci sono due tipologie di negozi in cui bisogna trascinarmi via afferrandomi per il colletto della giacca: librerie e negozi di belle arti.

Non il classico negozio da shopping, perlomeno.

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