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Il mestiere di grafico

Sono un grafico. No, non nel senso di immagine con assi cartesiani numerini e linee. Intendo quelli che il computer lo usano per fare "i disegnini". Un illustratore, insomma, uno di quelli che anziché usare i pastelli usa il computer per colorare i disegni.

La tecnica che uso, in particolare, desta qualche perplessità nei non-disegnatori: cioè acquisire tramite scanner la bozza fatta a matita sul foglio fatta alla cara vecchia maniera, e usare i vari programmi da computer per la messa a china (che in questo caso diventa una locuzione puramente metaforica) e la colorazione. Dico 'i programmi' perché non ne esiste uno solo, anzi. E la parola chiave è appunto 'il computer'.

Siamo tutti d'accordo, immagino, che un computer sia un oggetto leggermente più complicato e costoso di una portamine a scatto. E che una portamine a scatto non è prona a inchiodarsi a ogni cambio di luna e non deve essere patchata ogni settimana e non è soggetta a virus e worm, se ti capita quel sistema operativo. E costa anche un pelino meno. Però un computer è comunque un oggettino comodo, dato che può essere usato anche per mandare mail, scrivere, fare giochini, eccetera. Se le giornate fossero di 48 ore, ovviamente.

Ma stavo divagando.

Come distinguere un grafico dal resto degli operatori al computer.

Il computer del grafico generalmente presenta alcune aggiunte in più rispetto al computer di un non-grafico. Esse sono:

1) uno sfondo di desktop più o meno allucinante di propria opera

2) una quantità di fonts caricati a quattro cifre

e, sul versante hardware

3) un monitor a un numero insensato di pollici, solitamente flat, grosso come una panda e pesante come una trebbatrice, perché "l'elleciddì non rende bene i colori" e poi comunque i soldi sono quelli che sono

4) una tavoletta grafica.

La tavoletta grafica (questa sconosciuta).

Quest'ultimo strumento merita un'analisi a parte. Detestato da chi non sia un grafico, in quanto pare che il processo mentale "scrivo su un piano della scrivania e vedo quel che scrivo sul monitor" sia alquanto più ostico da acquisire di quello relativo a "muovo un coso sulla scrivania e vedo la freccetta sul monitor". In effetti non tutti, dopo un breve periodo di assuefazione in cui rischiano di aggrovigliare finestre e icone come se avessero messo due scimpanzè a palleggiare a caso sulla trackball, riescono comunque ad abituarsi.

La tavoletta grafica ha alcune caratteristiche salienti, tipo quella di avere una configurazione di default che non è MAI quella più utile ma che il 90% degli utenti non sa come cambiare, mentre il restante 10% lo saprebbe benissimo ma quello che chiede non è implementato. Altra caratteristica è quella di assumere, dopo alcune giornate di uso intenso, un aspetto tipo 'fondo di padella dopo il fritto del sabato', che non è il massimo del bello a vedersi e crea qualche problema di scorrevolezza sul piano. Terza caratteristica saliente è il costo, di solito una frazione pari alla metà o un terzo del costo del computer nuovo nei modelli più avanzati.

La tavoletta grafica si compone (in genere) di tre pezzi:

La tavoletta vera e propria - di superficie variabile a seconda del budget a disposizione o della combinazione azzeccata al lotto - una penna e un mouse. Le superfici seguono quelle della cartotecnica: si va dalla A6 (detto anche "cartolina postale") al più comodo e alquanto caro A4. Sconsigliabile sostituirla in toto al mouse: se ci sono dei conflitti di driver e se il sistema non riesce a stargli dietro si rischia di dover fare tutto solo con la tastiera, anche il download del driver più aggiornato. Snervante.

A seconda del modello e della marca, un mouse. Che in genere viene archiviato dopo tre minuti perché a differenza di un mouse normale funziona solo SOPRA la tavoletta, rendendolo scomodo come poche cose, specie se si lavora su un'A6. L'inutilità della cosa pare che sia stata recepita, visto che i modelli più recenti effettivamente non ne sono quasi mai provvisti-

Last but not least, una penna. Dotata, nelle versioni più avanzate, della sensibilità alla pressione e della parte opposta che fa da cancellino. Utile in caso di disegnatori incalliti, può generare qualche problema nel caso ci si accorga troppo tardi che la penna è stata impugnata alla rovescia. Detta penna ha anche la caratteristica di intanarsi per ogni dove e di cadere a terra una media di quattro volte nell'arco della giornata lavorativa, solitamente di punta. Non raro l'effetto "ho fretta passami qualcosa per scrivere": di solito si tenta di scrivere con la penna grafica su un post-it, con corollario di turpiloquio prima di rendersi conto dell'errore; oppure il caso contrario: scambiare una penna qualsiasi per la penna grafica, decorando simpaticamente la superficie della tavoletta di ghirigori a matita o pennarello (facile da cancellare) o a biro (problematico... specie se si ha la manina pesante). Particolarmente sfortunato il caso in cui venga presa per sbaglio da un cliente e questo si accorga dell'errore quando è già a 150 chilometri dalla scrivania.

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